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La Riviera del Corallo: sai davvero perché si chiama così?

La Riviera del Corallo, un meraviglioso tratto di costa nel nord-ovest della Sardegna, è un gioiello naturale e culturale che prende il nome dalla preziosa risorsa marina che ha plasmato la sua storia e la sua economia: il corallo rosso. Questa affascinante zona, che si estende per circa 90 chilometri da Capo Caccia a Bosa Marina, ha come cuore pulsante la città di Alghero, un luogo dove storia, tradizione e bellezza naturale si fondono in un’armonia unica. Proviamo a saperne un po’ di più!

L’origine del nome: il corallo rosso

Il nome “Riviera del Corallo” non è un semplice appellativo turistico, ma affonda le sue radici nella millenaria tradizione della pesca e della lavorazione del corallo rosso (Corallium rubrum), una preziosa risorsa marina, presente in abbondanza nei fondali al largo di Alghero, che ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e culturale della regione fin dall’antichità.

Il corallo rosso di Alghero è rinomato in tutto il mondo per la sua qualità e bellezza. La sua estrazione richiede abilità e coraggio, poiché cresce a profondità comprese tra i 30 e i 200 metri. I corallari, come vengono chiamati i pescatori specializzati, hanno sviluppato nel corso dei secoli tecniche specifiche per la sua raccolta, tramandandole di generazione in generazione.

La pesca del corallo ad Alghero ha origini antichissime, risalenti probabilmente all’epoca fenicia e romana. Tuttavia, è nel Medioevo che questa attività divenne centrale per l’economia della città. Nel XIV secolo, con l’arrivo dei Catalani, la pesca e la lavorazione del corallo conobbero un vero e proprio boom, trasformando Alghero in un importante centro di commercio nel Mediterraneo.

La Riviera del Corallo: il corallo rosso di Alghero

Alghero: la Barceloneta sarda

Alghero, conosciuta anche come “Barceloneta” (piccola Barcellona), è il cuore pulsante della Riviera del Corallo. La sua storia unica la rende un unicum nel panorama italiano. Nel 1354, la città fu conquistata dalla Corona d’Aragona e ripopolata da coloni catalani, un evento storico ha lasciato un’impronta indelebile sulla cultura, la lingua e l’architettura della città.

Ancora oggi, infatti, ad Alghero si parla un dialetto catalano, l’algherese, riconosciuto come lingua minoritaria e tutelata. Passeggiando per le strade del centro storico, non è raro sentir parlare questa lingua, che contribuisce a creare un’atmosfera unica, a metà tra Italia e Spagna.

L’influenza catalana è evidente anche nell’architettura della città. Le mura e le torri che circondano il centro storico, come la Torre di Porta Terra e la Torre di San Giovanni, sono testimonianze tangibili del passato aragonese. La Cattedrale di Santa Maria, con la sua facciata in stile gotico-catalano, e la Chiesa di San Francesco, con il suo bellissimo chiostro, sono altri esempi dell’eredità iberica di Alghero.

Il corallo: da risorsa economica a simbolo culturale

Il corallo non è solo una risorsa economica per Alghero, ma è diventato nel tempo un vero e proprio simbolo culturale. La sua importanza si riflette nell’artigianato locale, nell’arte e persino nella gastronomia.

L’artigianato del corallo ad Alghero ha una tradizione secolare. Le botteghe degli artigiani, molte delle quali si trovano nel centro storico, producono gioielli e oggetti decorativi di straordinaria bellezza. La lavorazione del corallo richiede grande abilità e pazienza, e gli artigiani algheresi sono rinomati per la loro maestria. Molti di questi oggetti, dai gioielli alle sculture, sono vere e proprie opere d’arte che raccontano la storia e la cultura della città.

Il corallo è presente anche nell’arte sacra di Alghero. Nella Chiesa di San Michele, ad esempio, si può ammirare un prezioso crocifisso in corallo, opera dell’artista Antonio Scala, che testimonia l’importanza di questo materiale nella vita religiosa della comunità.

Curiosamente, il corallo ha influenzato anche la gastronomia locale. Un dolce tipico di Alghero è il “corallino”, un biscotto a forma di ramo di corallo, spesso decorato con glassa rossa, che rende omaggio a questa preziosa risorsa marina.

Il corallo: da risorsa economica a simbolo culturale

La bellezza naturale della Riviera del Corallo

La Riviera del Corallo non è famosa solo per il suo patrimonio storico e culturale, ma anche per la sua straordinaria bellezza naturale. Le coste di questa regione offrono una varietà di paesaggi mozzafiato, dalle spiagge di sabbia bianca alle scogliere a picco sul mare.

Una delle attrazioni naturali più famose della zona è il Parco Naturale Regionale di Porto Conte, che include anche l’Area Marina Protetta di Capo Caccia – Isola Piana. Il parco, che si estende per oltre 5.000 ettari, è un paradiso per gli amanti della natura e offre una varietà di ecosistemi, dalla macchia mediterranea alle zone umide.

All’interno del parco si trova Capo Caccia, un promontorio calcareo che si erge maestoso sul mare. Qui si trova una delle attrazioni più famose della Riviera del Corallo: la Grotta di Nettuno. Questa spettacolare grotta carsica, accessibile via mare o attraverso la suggestiva “Escala del Cabirol” (Scala del Capriolo), un’imponente scalinata di 656 gradini scavata nella roccia, offre uno spettacolo naturale di rara bellezza, con stalattiti e stalagmiti che si riflettono nelle acque cristalline.

Le spiagge della Riviera del Corallo sono tra le più belle della Sardegna. La spiaggia di Le Bombarde, con la sua sabbia bianca e le acque turchesi, è una delle più famose. Altrettanto affascinanti sono la spiaggia del Lazzaretto, incastonata tra due promontori rocciosi, e la spiaggia di Maria Pia, con la sua lunga distesa di sabbia fine bordata da una pineta.

Per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni, la Riviera del Corallo offre fondali di straordinaria bellezza. Le acque cristalline permettono di ammirare una ricca fauna marina e, naturalmente, le formazioni di corallo rosso che hanno dato il nome a questa costa.

La bellezza naturale della Riviera del Corallo

Il patrimonio archeologico: dalle domus de janas ai nuraghi

La Riviera del Corallo non è solo natura e mare, ma anche un territorio ricco di testimonianze archeologiche che raccontano millenni di storia. La zona di Alghero e dei suoi dintorni è disseminata di siti archeologici che vanno dal Neolitico all’età nuragica, passando per l’epoca romana.

Uno dei siti più interessanti è la necropoli di Anghelu Ruju, situata a pochi chilometri da Alghero. Questo complesso funerario, risalente al periodo prenuragico (3300-2700 a.C.), comprende una quarantina di tombe ipogee, conosciute come “domus de janas” (case delle fate). Queste tombe, scavate nella roccia, offrono una straordinaria testimonianza delle credenze e delle pratiche funerarie delle antiche popolazioni sarde.

Non lontano da Alghero si trova anche il complesso nuragico di Palmavera, uno dei meglio conservati della Sardegna. Questo sito, risalente all’età del Bronzo (1500-900 a.C.), comprende un nuraghe complesso e i resti di un villaggio. Il nuraghe, con la sua caratteristica forma a tronco di cono, è una testimonianza impressionante dell’ingegneria e dell’architettura nuragica.

Per gli appassionati di archeologia subacquea, i fondali della Riviera del Corallo nascondono anche importanti testimonianze del passato. Nei pressi di Capo Caccia sono stati rinvenuti i resti di diverse navi romane, testimonianza dell’intensa attività commerciale che si svolgeva in queste acque nell’antichità.

La Riviera del Corallo: il patrimonio archeologico

Dove mangiare ad Alghero

Alghero offre una vasta gamma di opzioni per soddisfare ogni palato e budget. Nel centro storico, si possono trovare numerosi ristoranti che servono piatti della tradizione locale in un’atmosfera caratteristica. Molti di questi locali sono situati in antichi edifici o lungo le mura, offrendo viste mozzafiato sul mare. Per un’esperienza culinaria più informale, il porto turistico è costellato di trattorie e osterie dove si possono gustare piatti a base di pesce fresco a prezzi ragionevoli. Qui, è possibile assaggiare specialità come il “pesce alla brace” o la “zuppa di pesce”, preparate con il pescato del giorno.

Per chi cerca un’esperienza gastronomica più raffinata, Alghero vanta anche diversi ristoranti di alto livello, alcuni dei quali hanno ricevuto riconoscimenti internazionali. Questi locali offrono menù creativi che reinterpretano la tradizione culinaria locale con tecniche moderne e presentazioni innovative.

Non mancano inoltre le opportunità per assaggiare la cucina di strada locale. I chioschi lungo il lungomare offrono specialità come il “pan frattau” (un piatto a base di pane carasau, pomodoro e uova) o i “seadas” (dolci fritti ripieni di formaggio e ricoperti di miele), perfetti per uno spuntino veloce tra una passeggiata e l’altra.

Dove dormire ad Alghero

Alghero offre una vasta gamma di soluzioni per il pernottamento, adatte a ogni esigenza e budget. Nel centro storico, si possono trovare affascinanti bed & breakfast e piccoli hotel boutique ricavati da antichi palazzi, che offrono un’esperienza di soggiorno autentica e caratteristica. Questi alloggi, spesso gestiti da famiglie locali, permettono di immergersi completamente nell’atmosfera della città.

Per chi preferisce strutture più grandi e dotate di tutti i comfort, lungo la costa si trovano numerosi resort e hotel di catene internazionali. Molti di questi offrono servizi come piscine, spa e ristoranti gourmet, oltre a splendide viste sul mare. Gli amanti della natura e dell’outdoor possono optare per agriturismi e country house nell’entroterra, dove è possibile godere della tranquillità della campagna sarda e assaggiare prodotti tipici a chilometro zero. Alcune di queste strutture offrono anche attività come escursioni a cavallo o lezioni di cucina tradizionale.

Per i viaggiatori più giovani o con budget limitato, Alghero dispone di ostelli e camping, molti dei quali situati in posizioni privilegiate vicino alle spiagge più belle. Queste soluzioni sono ideali per chi vuole vivere un’esperienza più informale e socializzare con altri viaggiatori.

Domande e risposte sulla Riviera del Corallo

Concludiamo il nostro approfondimento con una serie di domande e risposte sulla Riviera del Corallo.

Qual è il periodo migliore per visitare la Riviera del Corallo?

Il periodo migliore va da maggio a ottobre. L’alta stagione è luglio e agosto, quando le temperature sono più alte e le spiagge più affollate. Per un compromesso tra bel tempo e tranquillità, i mesi di giugno e settembre sono ideali.

Quali sono le principali attrazioni da non perdere ad Alghero?

Le attrazioni imperdibili includono il centro storico con le sue mura catalane, la Grotta di Nettuno a Capo Caccia, le spiagge come Le Bombarde e il Lazzaretto, il Parco Naturale Regionale di Porto Conte e i siti archeologici come la necropoli di Anghelu Ruju.

Che tipo di attività si possono praticare nella Riviera del Corallo?

La Riviera del Corallo offre numerose attività per tutti i gusti. Gli amanti del mare possono praticare snorkeling, immersioni subacquee, windsurf e vela. Per gli appassionati di trekking, ci sono numerosi sentieri nel Parco Naturale Regionale di Porto Conte. Sono disponibili anche escursioni in barca, tour enogastronomici, visite guidate ai siti archeologici e corsi di artigianato del corallo.

Qual è l’importanza del corallo rosso per Alghero?

Il corallo rosso è fondamentale per Alghero sia dal punto di vista economico che culturale. Storicamente, la pesca e la lavorazione del corallo hanno rappresentato una delle principali attività economiche della città. Oggi, il corallo è un simbolo di Alghero, presente nell’artigianato locale, nell’arte e persino nella gastronomia. La sua importanza si riflette anche nel nome “Riviera del Corallo” dato a questa costa.

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