Villa Pollini, situata ai piedi del colle San Michele a Cagliari, è un edificio ricco di storia e leggende. Costruita nel 1812 per volere di Gaetano Pollini, un commerciante ligure trapiantato in Sardegna, la villa è stata realizzata dallo scultore Giovanni Battista Franco in stile neoclassico con influenze tardo-barocche. Durante il periodo dei Savoia a Cagliari, Pollini iniziò la coltivazione del gelso, introdotta sull’isola dai piemontesi.
La villa, che in origine faceva parte di un piccolo agglomerato urbano, era dotata di una cappella dedicata all’Immacolata, campi di gelso, locali agricoli e un giardino all’italiana. Pollini e suo figlio, appassionati d’arte, avevano trasformato la villa in una pinacoteca, con oltre 200 opere d’arte, molte delle quali oggi sono purtroppo perdute.
Dopo la morte di Pollini, la villa passò di mano in mano a vari proprietari, tra cui i Conti Porcile di Sant’Antioco e la famiglia Zedda Piras, noti imprenditori vinicoli. Con il passare del tempo, la villa subì numerosi danni: affreschi furono intonacati, e il giardino perse molti dei suoi alberi originali. Infine, nel 1992, la villa fu acquisita dallo Stato in pessime condizioni e, dopo un lungo restauro, dal 2007 ospita alcune attività della Soprintendenza di Cagliari e Oristano.
La leggenda della villa è legata alla cappella interna, che, dopo la morte dei primi proprietari, venne sconsacrata. Si dice che la prosperità della villa fosse legata alla consacrazione della cappella e alla celebrazione regolare della messa. L’abbandono della cappella avrebbe portato una maledizione sui successivi proprietari, causando sventure economiche, sentimentali e addirittura alcuni suicidi misteriosi.
Oggi Villa Pollini è visitabile e, secondo alcune testimonianze, durante i lavori di restauro si sarebbero udite voci di donna, alimentando la leggenda che un fantasma si aggiri ancora tra le sue stanze.