Nei Giardini Pubblici di Cagliari, tra le eleganti statue che adornano il percorso verso la Galleria d’Arte Comunale, spicca una figura femminile in marmo bianco, avvolta nel mistero. Realizzata in stile classico e posizionata su un basamento leggermente più alto rispetto alle altre, questa statua, con le sue dimensioni di 190 x 54 cm, sembra raffigurare una matrona romana con indosso il chitone e l’himation, vestiti tipici dell’antica Grecia e Roma. L’abbigliamento, composto da una tunica senza maniche e un mantello, copre interamente il corpo della figura, conferendole un’aura di modestia e raffinatezza.
La statua, risalente al II secolo d.C., ha subito la perdita di una mano, probabilmente durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Si ritiene che la mano scomparsa reggesse la veste della figura, un dettaglio che avrebbe aggiunto profondità alla rappresentazione.
Ma chi rappresenta realmente questa statua? La sua identità ha suscitato dibattiti tra studiosi e storici dell’arte, con diverse ipotesi che cercano di svelare il mistero.
Una delle teorie più accreditate identifica la statua come una copia della “Grande Ercolanese”, una scultura rinvenuta a Ercolano intorno al 1710 e datata al periodo dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Questa copia potrebbe essere stata realizzata tra il 125 e il 150 d.C. e successivamente trasportata a Cagliari dal conte Carlo Pilo Boyl di Putifigari, forse proveniente da strutture ecclesiastiche vicine a Uta, come la chiesa di San Cromazio o San Tommaso.
Un’altra interpretazione, avanzata dal canonico Giovanni Spano, vede nella statua la rappresentazione di una sacerdotessa di Nora, conosciuta come “Favonia Vera”. Questo suggerimento si inserisce in un contesto più locale, richiamando l’antica città punico-romana di Nora.
Altre ipotesi indicano che la statua possa raffigurare Annia Faustina, moglie dell’imperatore Marco Aurelio e madre di Commodo, oppure Venere o Demetra, divinità della bellezza e dell’agricoltura rispettivamente. Un’altra teoria propone che la figura rappresenti un’imperatrice, come Anna Valeria Faustina, o Matidia, nipote dell’imperatore Traiano. C’è persino chi ha ipotizzato che la statua rappresenti Eleonora d’Arborea, una figura storica improbabile per l’epoca in cui la statua è stata creata.
La varietà di ipotesi dimostra quanto sia difficile identificare con certezza la figura rappresentata dalla statua. Questa incertezza aggiunge fascino e mistero alla scultura, rendendola non solo un’opera d’arte, ma anche un enigma storico che continua a intrigare studiosi e visitatori.