Porto Conte, anticamente chiamato nymphaeus portus da Tolomeo, è oggi il cuore di un parco naturale vicino ad Alghero, un luogo ricco di storia che affonda le sue radici nell’epoca nuragica.
La splendida baia di Porto Conte, situata tra il promontorio di Capo Caccia e Punta Giglio, ha visto nascere e prosperare un importante insediamento nuragico intorno al XIV secolo a.C. Questo villaggio, oggi noto come Sant’Imbenia, si sviluppò rapidamente, diventando uno dei principali scali commerciali del Mediterraneo. Fenici, greci ed etruschi vi si recavano per scambiare merci con le popolazioni locali, favorendo un’importante evoluzione culturale e tecnologica.
Il percorso alla scoperta di Sant’Imbenia inizia con la visita a un nuraghe, di cui si possono ancora osservare la torre centrale e le basi di due torri secondarie. Attorno al nuraghe si trovano numerose capanne, la cui disposizione subì una significativa ristrutturazione. Le abitazioni furono riorganizzate in “isolati”, con una struttura più complessa e, soprattutto, con la creazione di una piazza pubblica, dove si affacciavano botteghe e laboratori artigianali dotati di forni. Le tracce delle stradine lastricate e delle piazzette che separavano le insulae sono ancora visibili, insieme a resti di ambienti comunitari arredati con banconi-sedile e bacili di pietra.
Una delle scoperte più interessanti è la cosiddetta “capanna dei ripostigli”, separata dalle altre strutture, che ha restituito numerose ceramiche fenicie e greche, oltre a oggetti in bronzo e panelle di rame. Questa capanna testimonia l’importanza commerciale e culturale che il villaggio aveva acquisito grazie alla sua posizione strategica e alle ricchezze minerarie della Nurra, in particolare ferro, rame e argento.
Il villaggio di Sant’Imbenia fu un centro di produzione e scambio attivo fino al VII secolo a.C., quando perse il suo ruolo commerciale a favore delle colonie fenicie nel sud-ovest della Sardegna. La collaborazione con i popoli del mare portò all’adozione di nuove tecniche di lavorazione dei metalli e della ceramica, e probabilmente anche alla produzione di vino, esportato in Africa e in Spagna.
Il viaggio nel tempo continua con la visita al nuraghe Palmavera, a circa sei chilometri da Alghero, un complesso maestoso con torre centrale, due torri con antemurale e un vasto villaggio. Procedendo verso Capo Caccia, la baia di Porto Conte offre un’altra area archeologica direttamente sul mare: la villa romana di Sant’Imbenia, risalente al I secolo a.C. Questa villa, appartenente a un ricco proprietario terriero, era strutturata in tre corpi principali: una parte residenziale, decorata con affreschi, stucchi, mosaici e rivestimenti in marmo; un probabile impianto termale con ricche decorazioni; e una parte “rustica” destinata ai servizi, agli alloggi per la servitù e ai magazzini.
La villa di Sant’Imbenia era una vera e propria azienda agricola, con terreni organizzati in latifondo e una produzione destinata sia al consumo domestico che al commercio verso mercati d’oltremare. Questa tappa offre una visione completa della vita quotidiana in epoca romana e del legame indissolubile tra la terra e il mare che ha caratterizzato l’intera storia di Porto Conte.