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Oristano Città delle Ceramiche: una guida a questa tradizione millenaria

Oristano, insignita del prestigioso riconoscimento ministeriale di Città della Ceramica, vanta una tradizione millenaria nella lavorazione dell’argilla che affonda le sue radici nel IV millennio a.C.

La peculiare posizione geografica della città, adagiata tra due grandi stagni presso la foce del Tirso, ha fornito nei millenni le condizioni ideali per lo sviluppo di quest’arte: terreni ricchi di argilla, abbondanza d’acqua e vegetazione mediterranea utilizzata come combustibile per i forni. Questa combinazione di fattori ambientali ha permesso la continuità di una produzione artigianale che si è tramandata fino ai nostri giorni.

Le testimonianze storiche

L’Antiquarium Arborense, museo cittadino, custodisce preziose testimonianze della produzione ceramica locale che spaziano dal periodo neolitico alle culture prenuragiche.

La varietà dei reperti illustra l’evoluzione di quest’arte: utensili domestici, contenitori liturgici, ollette globulari, pintadere per la decorazione dei pani sacri, vasi askoidi e fiasche che rivelano influenze orientali. Particolarmente significativa è la presenza di lucerne di età alto-medievale, rinvenute in contesti funerari, che testimoniano il legame con il culto cristiano e la liturgia bizantina.

L’epoca medievale e i bacini ceramici

Intorno all’anno Mille, con il ritorno della Sardegna nell’orbita culturale italiana, si diffuse l’uso di decorare le facciate delle chiese romaniche con bacini ceramici.

Un esempio emblematico è il Santuario di Nostra Signora di Bonacatu di Bonarcado, dove la tradizione popolare ha tessuto una suggestiva leggenda attorno alle ceramiche incastonate nella facciata, narrazione che unisce sacro e profano nella memoria collettiva.

Il Gremio dei Figoli

La prima menzione scritta dei vasai oristanesi risale al Quattrocento, in un registro del Monastero di Santa Chiara. Nel secolo successivo, lo storico Giovanni Fara documenta l’esistenza di un “suburbio” dedicato ai ‘figoli’.

La svolta istituzionale avviene nel 1692 con la redazione dello Statuto del Gremio, intitolato alla Santissima Trinità, che regolamentava minuziosamente l’attività dei ceramisti, stabilendo standard professionali ed etici. La corporazione, con sede nella Chiesa della Misericordia, vigilava sulla qualità delle produzioni e tutelava le forme tipiche degli oggetti.

Le produzioni tradizionali

Tra le produzioni più caratteristiche spiccano le tegole iridescenti per il rivestimento delle cupole e le iconiche brocche per l’acqua, contraddistinte da una linea elegante, spalla alta e anse che si elevano a gomito allineandosi con il versatoio.

Particolare prestigio era riservato alle “brocche della sposa”, veri capolavori di foggiatura e scultura che spesso incorporavano motivi religiosi e riferimenti alla storia locale, come la figura della Giudicessa Eleonora d’Arborea.

L’evoluzione nel XIX secolo e l’istruzione artistica

Nel XIX secolo, la produzione ceramica si concentra nel quartiere “Su Brugu”, nella zona sud-orientale della città, con la Chiesa di Sant’Efisio come nuovo punto di riferimento del Gremio. Un momento cruciale per l’arte ceramica oristanese arriva nel 1925 con l’istituzione della prima Scuola d’Arte Applicata della Sardegna, diretta dal celebre Francesco Ciusa, vincitore della Biennale di Venezia nel 1907. Sebbene la scuola chiuse nel 1929, il suo lascito culturale ha influenzato generazioni di artisti e ha posto le basi per la creazione dell’attuale Liceo Artistico Carlo Contini.

Il processo produttivo tradizionale

La lavorazione della ceramica a Oristano segue ancora oggi tecniche tradizionali consolidate. Il processo inizia con la accurata selezione e purificazione dell’argilla, seguita dalla fase di impasto per garantirne l’omogeneità. La foggiatura avviene principalmente attraverso due tecniche: il tornio, dove la maestria dell’artigiano si esprime nel controllo della forza centrifuga per creare forme perfette, e la tecnica del lucignolo, che prevede l’assemblaggio di cilindri d’argilla per costruire il manufatto.

La rifinitura e la cottura

La fase di rifinitura, eseguita quando l’oggetto raggiunge la “durezza cuoio“, è cruciale per eliminare imperfezioni e uniformare gli spessori. In questa fase si possono aggiungere decorazioni e applicare la tecnica dell’ingobbiatura. Dopo la completa essiccazione, il manufatto subisce una prima cottura a circa 980°C, che produce il cosiddetto “biscotto”. Su questa base vengono poi applicati smalti e vernici, seguiti da una seconda cottura che determina la vetrificazione della superficie e rende l’oggetto impermeabile.

L’eredità contemporanea

Oggi Oristano mantiene viva questa tradizione millenaria attraverso una rete di laboratori artigiani che combinano tecniche ancestrali con innovazioni contemporanee. Il centro storico, in particolare l’antico quartiere dei figoli risalente al XVI secolo, continua a ospitare botteghe dove i maestri ceramisti perpetuano quest’arte, offrendo ai visitatori l’opportunità di ammirare sia le testimonianze storiche sia le produzioni contemporanee che mantengono vivo questo prezioso patrimonio culturale.

Dove mangiare vicino al quartiere delle ceramiche

Il quartiere storico della ceramica di Oristano, con le sue botteghe artigiane, è circondato da numerose opportunità gastronomiche.

Le antiche vie ospitano trattorie tradizionali dove gustare la cucina tipica oristanese in ambienti che spesso conservano le originali volte in pietra. Nelle vicinanze delle botteghe dei ceramisti si trovano locali che propongono menu degustazione serviti nei tradizionali piatti in ceramica locale. I vicoli del centro storico ospitano piccoli ristoranti a conduzione familiare dove la tradizione culinaria si intreccia con l’artigianato locale, mentre diversi caffè storici offrono pause ristoratrici durante la visita alle botteghe.

Dove dormire vicino al quartiere delle ceramiche

L’area dedicata alla lavorazione della ceramica offre diverse soluzioni di pernottamento che permettono di immergersi completamente nell’atmosfera artigianale del quartiere. Antiche case padronali restaurate sono state trasformate in strutture ricettive che spesso espongono collezioni di ceramiche storiche.

I bed & breakfast del centro storico propongono camere arredate con elementi decorativi in ceramica locale. Nelle vicinanze delle botteghe artigiane si trovano piccoli hotel che mantengono l’atmosfera tradizionale, mentre alcuni appartamenti turistici sono stati ricavati in edifici storici legati alla tradizione ceramica cittadina.

FAQ sulla tradizione ceramica di Oristano

Concludiamo la nostra guida con una serie di risposte alle domande più frequentemente poste dagli utenti su questo tema.

Perché Oristano è considerata la Città della Ceramica?

Oristano ha ottenuto il riconoscimento ministeriale grazie alla sua tradizione millenaria nella lavorazione della ceramica, che risale al IV millennio a.C., favorita dalle condizioni ambientali ideali: terreni ricchi di argilla, abbondanza d’acqua e vegetazione mediterranea per alimentare i forni.

Quali sono le produzioni ceramiche più caratteristiche di Oristano? Le produzioni più tipiche includono le tegole iridescenti per il rivestimento delle cupole e le iconiche brocche per l’acqua, caratterizzate da spalla alta e anse elevate a gomito. Particolarmente prestigiose sono le “brocche della sposa”, capolavori decorativi che incorporano motivi religiosi e riferimenti storici locali.

Come si può osservare la lavorazione tradizionale della ceramica? È possibile visitare le botteghe artigiane del centro storico, in particolare nell’antico quartiere dei figoli (Su Brugu), dove i maestri ceramisti continuano a lavorare secondo le tecniche tradizionali, utilizzando sia il tornio sia la tecnica del lucignolo.

Qual è stato il ruolo del Gremio dei Figoli nella storia della ceramica oristanese? Il Gremio, fondato ufficialmente nel 1692, era la corporazione che regolamentava l’attività dei ceramisti, stabilendo standard professionali ed etici. La sua sede nella Chiesa della Misericordia fungeva da centro di controllo della qualità delle produzioni e di tutela delle forme tradizionali.

Dove si possono vedere le ceramiche storiche di Oristano? L’Antiquarium Arborense conserva una vasta collezione di reperti ceramici che spaziano dal periodo neolitico all’epoca medievale. Inoltre, esempi significativi di ceramica architettonica sono visibili nelle chiese romaniche del territorio, come il Santuario di Nostra Signora di Bonacatu di Bonarcado.

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Redazione Estate in Sardegna

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