Le Traccas, caratteristici carri da lavoro della tradizione sarda, si trasformano in veri e propri capolavori di estetica e cultura durante la festa di Sant’Efisio. Questi carri, un tempo usati quotidianamente nei campi, durante la festa vengono decorati con fiori e stoffe colorate, trasformandosi in simboli di gioia e festività. Anche i buoi, che li trainano, partecipano a questa metamorfosi, ornati di composizioni floreali che ne sottolineano la nobiltà e il ruolo indispensabile nel lavoro agricolo.
Il fascino delle Traccas non è solo nella loro bellezza, ma anche nella loro funzionalità. Durante la lunga processione, questi carri servono non solo come mezzo di trasporto ma anche come luoghi di riposo per i partecipanti, grazie agli spazi interni abbastanza ampi da permettere persino il pernottamento. Le Traccas diventano, quindi, essenziali per l’organizzazione e il supporto logistico dell’evento.
Un palcoscenico mobile di cultura e tradizione
All’interno delle Traccas, le donne indossano abiti tradizionali e lanciano fiori agli spettatori, celebrando così la ricchezza culturale e la vivacità delle comunità locali. Questi carri non sono solo mezzi di trasporto, ma veri e propri “quadri” mobili che raccontano storie di vita quotidiana e di tradizione, evidenziando l’importanza dell’agricoltura nella vita sarda.
La costruzione delle Traccas è un’arte che coinvolge artigiani altamente specializzati, capaci di creare manufatti di straordinaria bellezza. Il lavoro di questi artigiani si tramanda di generazione in generazione, mantenendo viva una tradizione che si rinnova ogni anno. Durante la processione, il cambiamento d’abito da lavoro a parata è un momento di grande importanza, segnando il passaggio dai campi alla celebrazione pubblica.
Le Traccas: più di semplici carri
Oltre alla bellezza e alla funzionalità, le Traccas sono anche depositarie di risorse vitali come cibo e acqua. Salumi, formaggi e il tradizionale “muddizzosu”, il pane di Cagliari, sono solo alcune delle vivande conservate nei carri. Anche l’acqua, conservata nei “furiottus” per proteggerla dal calore, è essenziale per mantenere idratati partecipanti e animali.
Durante la festa, non manca la cucina calda: il “caddaxiu”, una grande pentola di rame, è utilizzato per preparare pasti sostanziosi, continuando una pratica culinaria che ha resistito al tempo.