La Villa Dolcetta, conosciuta anche come Villa del Presidente, rappresenta uno dei più significativi esempi dell’architettura storica di Arborea, precedentemente nota come Villaggio Mussolini e successivamente come Mussolinia.
Questo edificio monumentale, progettato dall’ingegnere Carlo Avanzini, fu tra le prime strutture a sorgere nell’agglomerato urbano della città, segnando l’inizio di una nuova era per il territorio.
La Committenza e il Destino di Giulio Dolcetta
La villa fu commissionata da Giulio Dolcetta con l’intento di farne la residenza principale della sua famiglia ad Arborea. Tuttavia, la storia di questa dimora è intrisa di una certa ironia del destino.
Fino al 1930, anno della sua costruzione, Dolcetta risiedeva infatti nel quartiere Castello di Cagliari, da dove gestiva le operazioni della Società Bonifiche Sarde, facendo frequenti viaggi verso i terreni interessati dai lavori di bonifica. Il suo legame con la villa fu però breve e travagliato: nel 1933, a causa di contrasti con gli azionisti e pressioni dei notabili locali, che avevano trovato supporto nel Credito Italiano, Dolcetta fu costretto a rassegnare le dimissioni dal suo incarico.
Caratteristiche Architettoniche
La Villa del Presidente si distingue per la sua architettura eclettica che combina elementi di diversi stili. L’edificio si sviluppa su tre piani, seguendo una planimetria ad elle con tetti a padiglione, ed è circondato da un elegante parco privato.
Il prospetto principale, che si affaccia su Corso Roma, presenta un’architettura di gusto neocinquecentesco. Gli elementi distintivi includono un portico al pianterreno, accessibile tramite due brevi rampe di scale laterali, una loggia al primo piano e una terrazza al secondo piano.
Dettagli Costruttivi e Stilistici
L’edificio presenta una raffinata alternanza di materiali e finiture. Il basamento è caratterizzato da pietra bugnata a vista e un intonaco listato al piano terra, mentre i piani superiori sono rifiniti con intonaco liscio, impreziosito da un fregio sottogronda. Le aperture seguono uno schema preciso: predominantemente rettangolari, con l’eccezione del primo piano dove assumono la forma di archi a tutto sesto.
Il Rustico e le Strutture Secondarie
In apparente contrasto stilistico con l’edificio principale, sul retro si sviluppa il rustico, che ospitava le scuderie, l’autorimessa, i magazzini e gli alloggi della servitù. Questa parte della struttura si ispira chiaramente all’architettura rurale padana, con una costruzione in muratura portante di pietrame e un caratteristico portico ad archi che si affaccia sul parco privato.
Gli Interni della Villa
Gli interni della villa rivelano un livello di raffinatezza e cura dei dettagli straordinario. Il primo piano, rimasto praticamente intatto, ospita alcuni ambienti particolarmente significativi. La sala biliardo, il grammofono e la sala da pranzo testimoniano lo stile di vita dell’epoca. Lo studio di Dolcetta conserva ancora le suggestive fotografie delle Alpi, disposte in sequenza panoramica sulle pareti, a testimonianza del legame del proprietario con le montagne.
Elementi Decorativi e Finiture
Gli interni della villa si distinguono per il loro carattere luminoso e per la cura dei dettagli. Le finiture rivelano un gusto estraneo alla cultura sarda tradizionale, con l’utilizzo di pavimenti alla veneziana e abbondanti rivestimenti lignei, sia nei serramenti che negli ampi archi che collegano i diversi ambienti. Questa scelta stilistica riflette l’influenza continentale nell’architettura della villa.
Personaggi Illustri e Memorie Storiche
La villa ha ospitato nel corso degli anni diversi personaggi di rilievo. Particolarmente interessante è la testimonianza del commendator Paolo Fadda, che vi abitò nel 1940, al terzo piano, negli spazi originariamente destinati alla servitù. Il suo racconto offre uno spaccato della vita durante il periodo bellico, quando la villa divenne rifugio per gli sfollati di Cagliari durante i bombardamenti.
Il Periodo dell’ETFAS e il Declino
Con il passaggio all’Ente per la Trasformazione Fondiaria e Agraria in Sardegna (ETFAS), la villa entrò in una fase di progressivo declino. Il presidente Enzo Pampaloni la utilizzò solo saltuariamente, e l’edificio venne occasionalmente messo a disposizione dei dirigenti dell’Ente di Riforma. Il vero abbandono iniziò circa un decennio fa, come testimoniato dai teli sul tetto necessari per proteggere la struttura dalle infiltrazioni d’acqua.
Localizzazione e Contesto Urbano
La villa occupa una posizione strategica nell’assetto urbano di Arborea, trovandosi all’incrocio tra il rettifilo principale di Corso Roma, con direzione nord-sud, la Via San Domenico Savio che delimita l’abitato verso nord, e la Via Santa Chiara a ovest. Questa collocazione la pone in continuità con altri edifici storici significativi come la Villa del Direttore, il Municipio, la residenza del capo servizi agrari e la sede degli uffici della Società Bonifiche Sarde.
Il Valore Storico e Culturale
La Villa Dolcetta rappresenta non solo un esempio eccellente di architettura del primo Novecento, ma anche un simbolo della storia della bonifica e dello sviluppo di Arborea. La sua tutela è garantita dal D.S.R. n° 23 del 11/11/2002, che ne riconosce l’importanza storica e architettonica. Oggi, nonostante il suo stato di conservazione non ottimale, rimane una testimonianza fondamentale del periodo di trasformazione e modernizzazione della Sardegna.
Dove mangiare nei dintorni
L’area circostante Villa Dolcetta offre diverse opportunità gastronomiche che riflettono la ricca tradizione culinaria locale. Nel centro storico di Arborea si possono trovare trattorie familiari che servono piatti della tradizione sarda, con particolare attenzione ai prodotti caseari locali, essendo la zona rinomata per la sua produzione lattiero-casearia. A pochi minuti dalla villa, si trovano ristoranti che propongono menu a base di pesce fresco, data la vicinità al mare. La cucina locale si distingue per una particolare fusione tra tradizione sarda e influenze venete, eredità dei coloni che popolarono l’area durante la bonifica. I prezzi sono generalmente moderati, con possibilità di scelta tra locali più rustici e ambienti più raffinati. Si consiglia di prenotare durante il fine settimana e nei mesi estivi, quando l’affluenza turistica è maggiore.
Dove dormire nei dintorni
Le opzioni di pernottamento intorno a Villa Dolcetta sono variegate e adatte a diverse esigenze. Il centro di Arborea ospita piccoli hotel di charme ricavati da edifici storici dell’epoca della bonifica, che mantengono l’atmosfera degli anni ’30. Nelle immediate vicinanze si trovano agriturismi che offrono un’esperienza autentica della vita rurale, spesso con prodotti a chilometro zero e la possibilità di partecipare ad attività agricole. Per chi cerca una sistemazione più indipendente, sono disponibili appartamenti vacanza ricavati dalle antiche case coloniche ristrutturate. Nella stagione estiva, è possibile trovare sistemazioni più vicine alla costa, ideali per chi desidera combinare la visita culturale con qualche giorno di mare. I prezzi variano sensibilmente tra alta e bassa stagione, con tariffe più elevate nei mesi di luglio e agosto.
Domande e Risposte
Concludiamo la nostra guida con una serie di domande e risposte su questo interessante patrimonio artistico in fase di riscoperta.
Quali sono le dimensioni complessive della Villa?
La Villa si sviluppa su tre piani con una planimetria ad elle, circondata da un ampio parco privato. La superficie totale dell’edificio, comprensiva del rustico, è considerevole per l’epoca di costruzione e riflette l’importanza della funzione rappresentativa dell’edificio.
Quale stile architettonico caratterizza la Villa
L’edificio presenta uno stile eclettico neocinquecentesco nel prospetto principale, mentre il rustico sul retro si ispira all’architettura rurale padana, creando un interessante contrasto stilistico.
Quali materiali sono stati utilizzati per la costruzione?
La Villa presenta una combinazione di materiali tipici dell’epoca: pietra bugnata a vista nel basamento, intonaco listato al piano terra e intonaco liscio ai piani superiori, con elementi decorativi come il fregio sottogronda.
Chi ha abitato la Villa nel corso degli anni?
Oltre a Giulio Dolcetta, che la commissionò ma vi soggiornò brevemente, la Villa ha ospitato vari personaggi illustri, tra cui il commendator Paolo Fadda nel 1940.
Quali sono gli elementi architettonici più significativi?
Gli elementi più caratteristici includono il portico a pianterreno, la loggia al primo piano, la terrazza al secondo piano e il sistema di archi a tutto sesto nelle aperture del primo piano.
Come si distinguono gli interni della Villa?
Gli interni si caratterizzano per i pavimenti alla veneziana, gli abbondanti rivestimenti lignei nei serramenti e gli ampi archi di comunicazione tra gli ambienti, con uno stile che si discosta dalla tradizionale architettura sarda.
Quale ruolo aveva il rustico?
Il rustico, situato sul retro dell’edificio principale, serviva come scuderia, autorimessa, magazzino e alloggio per la servitù, ed è caratterizzato da un grande portico ad archi con affaccio sul parco privato.