La quercia da sughero (Quercus suber) è un albero che può raggiungere i 15 metri di altezza, caratterizzato da una chioma globosa e irregolare, che negli esemplari isolati tende a essere più compatta e tondeggiante. Il tronco, dritto o sinuoso, presenta rami tortuosi e ramuli pelosi. La corteccia, che costituisce il prezioso sughero, è spessa, fessurata e suberosa. Quando viene asportata, rivela una colorazione bruno-rossastra del legno sottostante.
Le foglie della quercia da sughero sono persistenti, lunghe tra 3 e 7 cm, con una forma ovata o lanceolata-ovata. Il margine fogliare è spesso revoluto, mentre la parte superiore della foglia è verde scuro e quella inferiore è tormentosa e più chiara. La pianta è monoica, con fiori unisessuali: i maschili, piccoli e color verde-giallastro, si presentano in amenti, mentre i femminili sono riuniti in spighe erette. I frutti sono le classiche ghiande, ricoperte in parte da una cupola di squame grigio-tomentose.
Il sughero: produzione e utilizzo
La quercia da sughero è diffusa principalmente nel Mediterraneo occidentale ed è apprezzata per la produzione del sughero, un materiale leggero e versatile. La scorza, spugnosa e spessa circa 5 cm, può essere rimossa dagli alberi con almeno 15-20 anni di età attraverso un processo di scortecciamento che deve essere eseguito con cura per evitare danni al fellogeno, lo strato vitale della corteccia.
La prima estrazione del sughero, chiamata demaschiatura, produce il sugherone o sughero maschio, di qualità inferiore, poiché è più grezzo e poroso. Le successive estrazioni, che avvengono ogni 9-12 anni, producono invece il sughero gentile o femmina, molto più compatto e uniforme. Questo materiale è particolarmente apprezzato in vari settori produttivi grazie alle sue proprietà isolanti, elastiche e resistenti.
Il periodo migliore per l’estrazione del sughero va da maggio ad agosto, quando la pianta è più predisposta al processo senza subire danni.