La città di Villa di Chiesa, oggi conosciuta come Iglesias, fu un importante baluardo pisano in Sardegna, dotata di imponenti fortificazioni volute da Ugolino della Gherardesca per difendersi dalle mire espansionistiche aragonesi.
Villa di Chiesa, fondata e sviluppata da Ugolino della Gherardesca nel XIII secolo, divenne un centro strategico di grande importanza per il controllo pisano della Sardegna meridionale. Nel 1280, per proteggere la città dalle crescenti minacce, fu costruita una poderosa cinta muraria, composta da alte mura merlate, intervallate da 20 torri, protette da una palizzata di legno e circondate da un fossato. Le fortificazioni comprendevano anche il Castello di San Guantino, situato sul colle Salvaterra, che garantiva una posizione di difesa dominante e una comunicazione visiva con altri castelli della regione, attraverso segnali di fuoco.
L’importanza strategica di Villa di Chiesa fu confermata nel 1308, quando il re di Aragona venne a conoscenza delle formidabili difese della città. Con quattro porte principali (Porta Maestra, Porta Castello, Porta Sant’Antonio e Porta Nuova) che regolavano l’accesso alla città, Villa di Chiesa rappresentava l’ultimo ostacolo significativo all’avanzata delle truppe aragonesi verso Cagliari e il resto del Sulcis e del Sigerro.
Nel maggio 1323, il re di Aragona, Giacomo II, decise di intraprendere la conquista della Sardegna, inviando una flotta di 300 navi guidata dall’ammiraglio Francesco Carroz. L’esercito aragonese, composto da 1000 cavalieri e 10,000 fanti, sbarcò a Palma di Sulci il 13 giugno 1323, con l’appoggio delle truppe del Giudicato di Arborea, alleato degli Aragonesi. L’assedio di Villa di Chiesa iniziò tra giugno e luglio dello stesso anno.
Nonostante le formidabili difese e la presenza di circa 1000 soldati pisani e 250 cavalli, Villa di Chiesa si trovò in grave difficoltà di fronte alle forze combinate di Aragona e Arborea, che contavano circa 20,000 uomini. La città resistette per otto mesi, affrontando non solo l’assedio, ma anche le dure condizioni climatiche e le epidemie di malaria che colpirono entrambi gli eserciti.
Alla fine, l’assedio si rivelò insostenibile per gli abitanti di Villa di Chiesa, che furono costretti a negoziare. Il 13 gennaio 1324, fu raggiunto un accordo: se entro un mese non fossero giunti rinforzi da Pisa, la città avrebbe capitolato. Gli abitanti ebbero la possibilità di scegliere se lasciare la città o rimanere come vassalli d’Aragona, mantenendo i loro beni e proprietà.
Il 7 febbraio 1324, dopo otto mesi di strenua resistenza, Villa di Chiesa si arrese agli Aragonesi, segnando la fine del dominio pisano in Sardegna e l’inizio di una nuova era sotto il controllo aragonese. Questo evento segnò un momento cruciale nella storia dell’isola, consolidando la presenza aragonese e modificando gli equilibri di potere in tutta la regione.