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La Cultura di Ozieri: l’alba della civiltà sarda

La Cultura di Ozieri, nota anche come Cultura di San Michele, rappresenta uno dei momenti più significativi della preistoria sarda, sviluppatasi nell’isola tra il 4000 e il 3300 a.C. Questa straordinaria civiltà prenuragica deve il suo nome alla località di Ozieri, nella Sardegna settentrionale, dove nella grotta di San Michele furono rinvenute le prime importanti testimonianze che ne attestarono l’esistenza e la ricchezza culturale.

Le origini e le influenze orientali

Gli scavi archeologici condotti nel 1914 e successivamente nel 1949 nella grotta di San Michele rivelarono una cultura materiale di sorprendente raffinatezza. I reperti più significativi includono vasi finemente lavorati, dotati di tripodi e decorati con eleganti motivi geometrici incisi sull’argilla e colorati con ocra rossa. L’evoluzione di questi manufatti, da forme più semplici e tondeggianti a esemplari più stilizzati e raffinati, testimonia il progressivo sviluppo artistico e tecnico di questa civiltà.

La straordinaria qualità della ceramica di Ozieri, che non trovava precedenti nella Sardegna neolitica, presenta sorprendenti analogie con manufatti tipici delle isole Cicladi e di Creta. Questi elementi suggeriscono l’esistenza di intensi scambi commerciali e culturali con le civiltà del Mediterraneo orientale, che portarono nell’isola nuove tecniche di lavorazione, conoscenze metallurgiche e modelli sociali più evoluti. Questi contatti contribuirono alla formazione di una società civile organizzata e dinamica, capace di sviluppare una propria identità culturale pur mantenendo forti legami con il mondo mediterraneo.

La struttura sociale ed economica

Secondo l’autorevole interpretazione dell’archeologo Giovanni Lilliu, la Cultura di Ozieri si caratterizzò per un’evoluzione da un iniziale modello urbano e sedentario verso una società prevalentemente rurale e contadina, organizzata in piccoli villaggi. Questa trasformazione ebbe profonde implicazioni storiche, definendo un modello di sviluppo che avrebbe caratterizzato la Sardegna per millenni, fino a influenzarne parzialmente l’organizzazione sociale contemporanea.

Le testimonianze archeologiche hanno portato alla luce oltre 200 insediamenti rurali distribuiti in tutta l’isola, dalle pianure alle zone montuose. Questi villaggi erano costituiti da capanne con muri circolari o rettangolari in pietra, sormontati da strutture lignee coperte di frasche. Un esempio significativo è l’insediamento di Puisteris, presso Mogoro, dove sono state identificate 267 capanne. L’assenza di fortificazioni e la scarsità di armi nelle sepolture suggeriscono una società fondamentalmente pacifica, anche se nella variante gallurese si possono già intravedere i primi segni di una differenziazione sociale che prelude alla nascita di un’aristocrazia.

Il mondo spirituale e il culto dei morti

La spiritualità della Cultura di Ozieri si esprimeva attraverso un articolato sistema di credenze, nel quale il culto dei defunti occupava un posto centrale. La pratica dell’inumazione in grotticelle artificiali, le celebri domus de janas, rifletteva una complessa concezione della morte legata ai cicli di rigenerazione della natura. La colorazione dei corpi con ocra rossa, simbolo del sangue e della vita, testimonia la credenza in un processo di rinascita connesso ai cicli vegetativi.

Le necropoli, vere e proprie “comunità dei defunti“, comprendevano sepolture di diversa tipologia e importanza. Le tombe più monumentali, probabilmente destinate a capi politici e religiosi, presentavano elaborate decorazioni parietali e contenevano raffinati corredi funerari. Sono state identificate oltre mille camere funerarie scavate nella roccia, che riproducevano fedelmente le abitazioni dei vivi, fornendoci preziose informazioni sull’architettura domestica dell’epoca.

Le divinità e i simboli sacri

Il pantheon della Cultura di Ozieri era dominato dalla figura della Dea Madre, rappresentata attraverso statuine in marmo e argilla dalle forme ora geometriche ora esuberanti. Questo culto, che trova paralleli nelle coeve culture mediterranee come quella maltese, riflette una concezione matriarcale del divino strettamente legata alla fertilità e ai cicli naturali.

Accanto alla Dea Madre, un ruolo centrale era rivestito dalla figura del Dio Toro, simbolo della fertilità maschile e della potenza generatrice. La presenza di protomi taurine scolpite o dipinte nelle domus de janas e l’uso di colonne e menhir di carattere fallico testimoniano un dualismo religioso che univa il principio femminile lunare a quello maschile solare, in un equilibrio che rifletteva la profonda comprensione dei cicli naturali da parte di questa società agricola.

L’eredità della cultura di Ozieri

La Cultura di Ozieri rappresenta un momento fondamentale nella formazione dell’identità culturale sarda. La sua capacità di sviluppare una civiltà originale e raffinata, pur mantenendo intensi scambi con il mondo mediterraneo, pose le basi per i successivi sviluppi della società isolana. Le sue manifestazioni artistiche, le pratiche funerarie e le concezioni religiose influenzarono profondamente le culture successive, costituendo un substrato culturale che si sarebbe mantenuto vivo attraverso i millenni, fino all’età nuragica e oltre.

Dove mangiare nei dintorni dei siti archeologici

Il territorio che fu culla della Cultura di Ozieri offre oggi numerose opportunità per scoprire la tradizione gastronomica locale. La zona è ricca di agriturismi che propongono piatti della cucina tradizionale sarda, spesso preparati con ingredienti provenienti dalle aziende agricole circostanti.

Nei centri abitati vicini ai principali siti archeologici si trovano trattorie familiari dove gustare specialità locali come le zuppe di legumi, le carni alla brace e i formaggi tipici del territorio. Particolarmente interessanti sono i ristoranti che propongono menu ispirati alle antiche tradizioni culinarie dell’isola, utilizzando cereali e legumi che erano già presenti nella dieta delle popolazioni prenuragiche.

Dove dormire nei pressi dei siti

Per chi desidera esplorare approfonditamente i siti della Cultura di Ozieri, l’area offre diverse soluzioni di pernottamento. Nei centri abitati vicini ai principali siti archeologici si trovano bed & breakfast ricavati in case storiche, che permettono di vivere un’esperienza autentica del territorio. Gli agriturismi della zona offrono sistemazioni immerse nella campagna, ideali per chi vuole unire la visita archeologica al contatto con la natura.

Sono disponibili anche hotel di diverse categorie nelle cittadine principali, oltre a case vacanza e appartamenti per soggiorni più lunghi. La posizione strategica di queste strutture permette di raggiungere facilmente i principali siti archeologici dell’area.

Domande frequenti sulla Cultura di Ozieri

Ecco una serie di risposte alle domande più frequenti sulla Cultura di Ozieri.

Qual è il periodo storico della Cultura di Ozieri?

La Cultura di Ozieri si sviluppò in Sardegna tra il 4000 e il 3300 a.C., nel periodo prenuragico. Prende il nome dalla località di Ozieri, nella Sardegna settentrionale, dove nella grotta di San Michele furono rinvenuti i primi importanti reperti.

Quali sono le principali caratteristiche della ceramica di Ozieri?

La ceramica di Ozieri si distingue per la sua raffinata lavorazione, con vasi dotati di tripodi e decorati con motivi geometrici incisi elegantemente sull’argilla e colorati con ocra rossa. La qualità di questi manufatti suggerisce influenze dalle isole Cicladi e da Creta.

Come vivevano le popolazioni della Cultura di Ozieri?

Vivevano in piccoli villaggi rurali, con capanne costruite in pietra e coperte da strutture lignee. L’assenza di fortificazioni e la scarsità di armi suggeriscono una società pacifica, prevalentemente dedita all’agricoltura e all’allevamento.

Quali erano le principali divinità venerate?

Le due figure principali erano la Dea Madre, rappresentata da statuine dalle forme geometriche o esuberanti, simbolo della fertilità femminile, e il Dio Toro, simbolo della fertilità maschile e della potenza generatrice, le cui rappresentazioni si trovano nelle domus de janas.

Cosa sono le domus de janas?

Le domus de janas sono tombe ipogeiche scavate nella roccia, di cui sono stati rinvenuti oltre mille esemplari in tutta la Sardegna. Riproducevano l’architettura delle abitazioni dei vivi e spesso presentavano decorazioni parietali con simboli sacri come protomi taurine e motivi geometrici.

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