Nascosto nel cuore di Piazza Indipendenza a Cagliari, il Pozzo di San Pancrazio è una testimonianza silenziosa di un passato ricco di storia, ma ormai quasi dimenticato. Profondo circa 80 metri, il pozzo risale probabilmente al periodo della dominazione pisana, con una datazione approssimativa del 1253, come indicava un’iscrizione oggi perduta. Questo pozzo, un tempo essenziale per il rifornimento idrico della città, fu coperto dal manto stradale alla fine dell’Ottocento, quando venne sostituito dalle moderne infrastrutture idriche.
Durante il Medioevo e fino alla metà del XIX secolo, la fontana sovrastante il Pozzo di San Pancrazio era una delle principali fonti di acqua potabile per la città di Cagliari. Il pozzo era gestito da imprenditori privati che, tramite appalti triennali, si impegnavano a mantenerlo operativo e a distribuire l’acqua alle famiglie del quartiere di Castello. Tuttavia, l’ingombro e il fetore degli animali utilizzati per azionare il meccanismo di estrazione dell’acqua erano fonte di disagio per i residenti. Nel 1823, il pozzo fu sottoposto a una significativa opera di ricostruzione, che includeva lo spostamento degli animali e del mulino in un nuovo spazio sotterraneo.
Nonostante il restauro, il Pozzo di San Pancrazio perse progressivamente la sua importanza economica. I costi proibitivi di manutenzione portarono gli appaltatori a disinteressarsi dell’investimento, e il pozzo cessò definitivamente la sua attività. Fu solo con la costruzione del primo acquedotto cittadino nel 1867 che l’acqua tornò a scorrere a Cagliari, segnando il definitivo abbandono del Pozzo di San Pancrazio.
Le gallerie sotterranee del pozzo costituiscono un’altra affascinante parte di questa storia dimenticata. Situate sotto Piazza Indipendenza, le gallerie erano destinate a ospitare gli animali e il sistema di estrazione dell’acqua, oltre a canalizzare l’acqua verso le cisterne dei bastioni di Santa Croce. La volta delle gallerie, progettata dall’architetto Boyl, rappresenta un’opera ingegneristica unica per l’epoca. Costruita con blocchi di calcare, doveva sopportare il crescente carico dell’urbanizzazione sovrastante. Per garantire la solidità della struttura, Boyl ordinò di porre quattro enormi cannoni di bronzo sopra la volta, che resistette senza cedere.
Oggi, il Pozzo di San Pancrazio e le sue gallerie sotterranee rappresentano un pezzo di storia di Cagliari nascosto sotto la superficie della città, un luogo che racconta storie di ingegno, necessità e, infine, abbandono.