La Sardegna custodisce un patrimonio unico di danze tradizionali, tra cui spicca il ballo tondo, espressione collettiva di sacralità e connessione sociale.
Il ballo tondo o ballo in cerchio rappresenta una delle forme coreografiche più antiche, diffuse nell’area mediterranea sin dall’antichità e ben documentate nel Medioevo e nel Rinascimento. In Sardegna, questa tradizione è ancora viva e si esprime in numerose varianti, ognuna con il proprio nome e caratteristiche distintive: passu, passu torrau, dillu, dantza, bicchiri, tsoppu, solo per citarne alcuni.
Il ballo tondo: un evento collettivo
Su ballu tundu, spesso definito semplicemente ballu, è una danza collettiva in cui i partecipanti, i balladores, formano un cerchio, unendo i movimenti in un’esperienza condivisa e profondamente sentita. La coreografia circolare e il coinvolgimento collettivo rafforzano il senso di appartenenza e connessione all’interno del gruppo.
Negli ultimi decenni, tuttavia, questa danza tende a “rompere” il cerchio tradizionale, aprendo lo spazio ai modelli di spettacolarizzazione proposti dai gruppi folkloristici. Questo adattamento permette al ballo di essere apprezzato anche dal pubblico esterno, ma rischia di compromettere l’intimità e il significato originario della danza.
Caratteristiche dei balli sardi
La Sardegna è una delle regioni italiane che ha meglio preservato le proprie tradizioni coreutiche, in particolare nelle aree centrali come Barbagia, Mandrolisai, Baronia, Goceano, Marghine, Barigadu e Montiferru. Il ballo sardo è un microcosmo antropologico e artistico unico, che si distingue per i suoi tratti sacrali ed estatici.
I principali elementi distintivi del ballo sardo sono:
- Coreografia tonda: predominanza del cerchio che ruota in senso solare.
- Connessione fisica: i balladores si tengono per mano o intrecciano le braccia.
- Postura eretta: scarsa mobilità della parte superiore del corpo e vivacità degli arti inferiori.
- Rapporto musica-danza: stretta corrispondenza tra i passi e la metrica musicale, legata alla pikkiada suonata dai musicisti.
- Ritmo e tremolio: i movimenti frammentati e ritmici si traducono in un tremolio sussultorio che caratterizza la danza.
- Modularità e variazione: i passi seguono una struttura codificata, ma consentono microvariazioni individuali.
- Specializzazione tecnica: ballerini e suonatori personalizzano il repertorio, dando vita a uno stile unico e riconoscibile.
Funzione sociale e simbolica
Queste danze non sono semplicemente spettacoli, ma rituali profondamente legati alla cultura e alla spiritualità. Il ballo sardo mantiene un ruolo terapeutico e catartico, dove l’intensità dei movimenti si intreccia alla sacralità dell’esperienza collettiva.
Un patrimonio da preservare
Nonostante la ricchezza di questa tradizione, il ballo tondo sta vivendo un progressivo declino, sostituito da forme più aperte e adattate alle esigenze di spettacolo. Tuttavia, il recupero e la valorizzazione delle danze tradizionali rimangono fondamentali per preservare l’identità culturale della Sardegna e tramandare alle nuove generazioni un patrimonio di inestimabile valore.