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Chi erano i Granatieri di Sardegna?

I Granatieri di Sardegna rappresentano uno dei più antichi corpi militari d’Europa, con origini che risalgono al 18 aprile 1659, quando il Duca Carlo Emanuele II di Savoia istituì il “Reggimento delle Guardie”. Nonostante il nome possa suggerire un legame con l’isola della Sardegna, questo corpo d’élite nacque in realtà in Piemonte, prima ancora che il Regno di Sardegna esistesse nella sua forma definitiva. Il nome “Granatieri di Sardegna” venne adottato solo successivamente, quando la Casa Savoia acquisì il titolo di Re di Sardegna nel 1720. I membri di questo reggimento furono scelti tra gli uomini più alti e prestanti, una caratteristica che divenne tradizionale per i Granatieri, che ancora oggi mantengono un requisito minimo di altezza superiore alla media.

Il significato del termine “Granatiere”

Il termine “granatiere” deriva dall’utilizzo originario di queste truppe specializzate nel lancio delle granate a mano. I granatieri erano soldati selezionati per la loro forza fisica e resistenza, capaci di lanciare a distanza questi primi ordigni esplosivi durante i combattimenti. Le granate dell’epoca erano semplici sfere metalliche riempite di polvere da sparo con una miccia, e richiedevano notevole forza per essere lanciate oltre le linee nemiche. Nel contesto europeo del XVII secolo, queste unità rappresentavano l’equivalente delle forze speciali moderne, distinte per addestramento specifico e capacità superiori rispetto alla fanteria regolare. Con l’evoluzione della tecnologia bellica, il ruolo dei granatieri cambiò, ma il prestigio e la tradizione di eccellenza rimasero intatti.

I Granatieri nelle guerre risorgimentali

Durante il periodo risorgimentale, i Granatieri di Sardegna si distinsero in numerose battaglie cruciali per l’unificazione dell’Italia. Parteciparono con valore alle prime guerre d’indipendenza, combattendo a Goito, Pastrengo e Custoza. Una delle pagine più gloriose della loro storia fu scritta durante la battaglia dell’Assietta nel 1747, dove resistettero contro forze francesi numericamente superiori. Nel 1848, il reggimento partecipò alla Prima Guerra d’Indipendenza italiana sotto il comando di Carlo Alberto di Savoia. La loro presenza fu determinante anche nella difesa di Roma del 1849, dove mostrarono straordinario coraggio nonostante la sconfitta finale. Questi episodi consolidarono la reputazione dei Granatieri come unità d’élite dell’esercito sabaudo prima e italiano poi.

L’uniforme e i simboli distintivi

L’uniforme storica dei Granatieri di Sardegna è sempre stata caratterizzata da elementi distintivi che ne sottolineavano il prestigio. Gli alamari, ornamenti a cordoncino presenti sul colletto della divisa, rappresentano il simbolo più riconoscibile di questo corpo. Originariamente di colore bianco su sfondo rosso, questi intrecci decorativi avevano la funzione pratica di proteggere il collo dai colpi di sciabola. Altro elemento iconico era il colbacco, un alto copricapo in pelliccia che aumentava visivamente la già notevole altezza dei granatieri, creando un effetto intimidatorio sui campi di battaglia. Le uniformi da parata mantengono ancora oggi questi elementi tradizionali, inclusi i bottoni argentati con lo stemma sabaudo, segno del legame storico con la Casa reale di Savoia.

I Granatieri nelle guerre mondiali

Durante la Prima Guerra Mondiale, i Granatieri di Sardegna scrissero alcune delle pagine più eroiche della loro storia. La battaglia del Monte Cengio nel 1916 vide il reggimento resistere strenuamente all’offensiva austriaca, con episodi di sacrificio estremo noti come “i salti del granatiere”. In questa occasione molti soldati preferirono gettarsi nel dirupo trascinando con sé i nemici piuttosto che arrendersi. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, il reggimento fu impiegato prima sul fronte greco-albanese, poi nella difesa di Roma dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Proprio in questo frangente, i Granatieri si distinsero nella resistenza contro le truppe tedesche a Porta San Paolo, rappresentando uno dei primi nuclei della Resistenza italiana. Questi eventi cementarono ulteriormente il loro status leggendario nelle forze armate italiane.

I Granatieri nella Repubblica Italiana

Con la nascita della Repubblica Italiana, i Granatieri di Sardegna mantennero il loro prestigio e la loro tradizione di eccellenza. Riorganizzati all’interno del nuovo esercito repubblicano, continuarono a rappresentare un’unità di élite con compiti cerimoniali e operativi. Nel dopoguerra, il reggimento assunse progressivamente anche funzioni di rappresentanza dello Stato, partecipando alle principali cerimonie istituzionali. Nel contesto contemporaneo, i Granatieri sono stati impiegati in numerose operazioni di peacekeeping internazionali, dalle missioni nei Balcani a quelle in Medio Oriente e Africa. La brigata è stata anche coinvolta in operazioni di sicurezza nazionale come “Strade Sicure”, dimostrando la versatilità di questo corpo militare che ha saputo adattarsi alle nuove esigenze della difesa moderna pur mantenendo intatto il legame con la propria storia.

La Musica e le tradizioni dei Granatieri

Le tradizioni musicali dei Granatieri di Sardegna costituiscono un patrimonio culturale di grande valore nella storia militare italiana. La banda reggimentale, fondata nel XVIII secolo, è una delle più antiche formazioni musicali militari ancora in attività. Il repertorio include marce storiche come la celebre “Marcia dei Granatieri”, il cui ritmo cadenzato riflette il passo maestoso e imponente di questi soldati. Particolarmente significative sono anche le cerimonie del cambio della guardia, in cui la precisione dei movimenti si accompagna alle note solenni della banda. I Granatieri hanno sviluppato nel tempo un proprio cerimoniale distintivo, con rituali che celebrano i caduti e rinforzano lo spirito di corpo. Le tradizioni orali, i canti militari e i motti tramandati di generazione in generazione costituiscono un elemento fondamentale dell’identità di questo storico reggimento.

Il Museo storico dei Granatieri

Il Museo storico dei Granatieri di Sardegna, situato a Roma presso la caserma “Gandin” nel quartiere Celio, rappresenta un importante archivio della memoria di questo corpo militare. Fondato nel 1909, il museo raccoglie una vasta collezione di cimeli, uniformi, armi e documenti che ripercorrono i tre secoli e mezzo di storia del reggimento. Particolarmente significative sono le bandiere di guerra, alcune delle quali mostrano ancora i segni delle battaglie passate, e la collezione di medaglie al valore militare guadagnate dai Granatieri nel corso della loro storia. Il museo conserva inoltre dipinti, fotografie d’epoca e diari personali che offrono uno spaccato unico sulla vita quotidiana e sulle esperienze di guerra vissute da questi soldati. Questa istituzione svolge un importante ruolo educativo e culturale, preservando la memoria storica non solo di un corpo militare ma di periodi cruciali della storia italiana.

Dove dormire in zona

Il quartiere Celio di Roma, dove si trova la storica caserma dei Granatieri di Sardegna, offre diverse opzioni di alloggio per i visitatori interessati alla storia militare italiana. L’area circostante presenta una varietà di sistemazioni per ogni budget, dalle strutture più economiche fino agli alloggi di lusso. La zona è particolarmente vantaggiosa per la sua posizione centrale e ben collegata ai principali siti storici della capitale. I visitatori possono trovare numerosi bed & breakfast caratteristici che spesso occupano edifici storici ristrutturati, conservando l’atmosfera autentica della Roma antica. Le strutture ricettive del quartiere generalmente offrono servizi di qualità e personale preparato a fornire informazioni sui percorsi culturali e storici della zona. È consigliabile prenotare con anticipo, specialmente durante l’alta stagione turistica o in occasione di cerimonie militari significative, quando l’affluenza di visitatori interessati alla storia dei Granatieri aumenta considerevolmente.

Dove mangiare in zona

L’area intorno al quartiere Celio, dove si trova la caserma storica dei Granatieri, è ricca di opportunità gastronomiche che permettono di assaporare la cucina romana tradizionale. I ristoranti della zona propongono piatti tipici della tradizione laziale, come la pasta all’amatriciana, la carbonara e la coda alla vaccinara. Il quartiere ospita trattorie familiari che mantengono vive le ricette storiche, spesso tramandate attraverso generazioni. Per chi cerca un pasto veloce, sono disponibili numerose pizzerie al taglio e piccoli locali che offrono street food romano come il celebre supplì. Le enoteche della zona permettono di accompagnare i pasti con vini locali del Lazio, completando così l’esperienza gastronomica. L’atmosfera dei locali spesso riflette la ricchezza storica dell’area, con decorazioni che talvolta includono riferimenti alla storia militare italiana e ai Granatieri di Sardegna. I prezzi variano considerevolmente, rendendo possibile trovare soluzioni adatte a ogni budget.

Domande frequenti sui Granatieri di Sardegna

Ecco alcune delle domande più comuni sui Granatieri di Sardegna, con le relative risposte che chiariscono aspetti curiosi e storici di questo prestigioso corpo militare.

Perché si chiamano “di Sardegna” se sono nati in Piemonte?

Il nome “Granatieri di Sardegna” è legato alla storia dinastica della Casa Savoia più che all’origine geografica del corpo militare. Il reggimento nacque come “Reggimento delle Guardie” nel 1659 in Piemonte, ma acquisì il nome “di Sardegna” solo quando Vittorio Amedeo II di Savoia ottenne il titolo di Re di Sardegna nel 1720 in seguito al Trattato di Londra. Da quel momento, tutti i corpi d’élite dell’esercito sabaudo incorporarono questo riferimento al regno, anche se la loro composizione e addestramento rimanevano prevalentemente piemontesi. Questo nome è stato mantenuto anche dopo l’unificazione d’Italia per preservare la continuità storica del reggimento.

Qual è l’altezza minima richiesta per entrare nei Granatieri?

Tradizionalmente, l’altezza minima richiesta era di 1,84 metri, un requisito che risale alle origini del corpo quando i granatieri dovevano essere abbastanza alti e forti per lanciare le granate a mano oltre le linee nemiche. Nel corso degli anni questo requisito è stato modificato più volte. Attualmente, l’altezza minima richiesta per entrare nei Granatieri di Sardegna è di 1,80 metri, ancora superiore allo standard richiesto per altre unità dell’Esercito Italiano. Questo requisito contribuisce a mantenere l’imponenza visiva del reggimento durante le parate e le cerimonie ufficiali.

Quali sono le attuali funzioni dei Granatieri di Sardegna?

I Granatieri di Sardegna oggi svolgono sia funzioni operative che cerimoniali. Come parte integrante dell’Esercito Italiano, partecipano a missioni internazionali di peacekeeping e alle operazioni di sicurezza sul territorio nazionale. Un ruolo particolarmente significativo è quello di rappresentanza nelle cerimonie ufficiali dello Stato, come la guardia d’onore al Quirinale, residenza del Presidente della Repubblica. I Granatieri sono inoltre impiegati in operazioni come “Strade Sicure” per il presidio di obiettivi sensibili. Il reggimento mantiene anche un’importante funzione di conservazione e trasmissione delle tradizioni militari italiane attraverso il proprio museo e le cerimonie storiche.

Quante medaglie al valore militare hanno ricevuto i Granatieri?

La Bandiera di Guerra dei Granatieri di Sardegna è tra le più decorate dell’Esercito Italiano, avendo ricevuto numerosi riconoscimenti per azioni di valore in oltre tre secoli e mezzo di storia. Tra le decorazioni più significative figurano 3 Medaglie d’Oro al Valor Militare, 3 Medaglie d’Argento al Valor Militare, 3 Medaglie di Bronzo al Valor Militare e 2 Croci di Guerra al Valor Militare. Queste decorazioni sono state conferite per azioni di particolare eroismo durante conflitti cruciali come le Guerre d’Indipendenza, la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Oltre alle medaglie collettive, numerosi granatieri hanno ricevuto decorazioni individuali per atti di coraggio in battaglia.

Come posso visitare il Museo dei Granatieri a Roma?

Il Museo storico dei Granatieri di Sardegna si trova presso la caserma “Gandin” nel quartiere Celio di Roma ed è accessibile al pubblico previa richiesta. Per visitare il museo è generalmente necessario prenotare in anticipo, poiché si trova all’interno di una struttura militare attiva. Le visite sono spesso guidate da personale militare o da membri dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, che possono fornire approfondimenti e aneddoti storici non presenti nelle didascalie espositive. Il museo è particolarmente interessante per appassionati di storia militare e studenti, offrendo una panoramica completa dell’evoluzione dell’esercito italiano dal XVII secolo fino ai giorni nostri attraverso la storia di uno dei suoi reggimenti più antichi e prestigiosi.

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Redazione Estate in Sardegna

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La Redazione di Estate in Sardegna è un team appassionato di viaggiatori, scrittori ed esperti locali, uniti dalla passione per la Sardegna e la sua ineguagliabile bellezza. Con anni di esperienza nel campo del turismo e un profondo amore per l’isola, il nostro obiettivo è condividere con voi le meraviglie nascoste, le tradizioni autentiche e i paesaggi mozzafiato che rendono la Sardegna una destinazione da sogno.

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