Il Castello del Montiferru, noto localmente come Casteddu Ezzu, sorge maestoso su una collina fonolitica trachitoide del massiccio del Montiferru, a circa tre chilometri da Cuglieri. Questo antico maniero, costruito nel 1186, domina ancora oggi il paesaggio circostante offrendo un panorama spettacolare a 360 gradi sulla regione.
Storia e Origini
Il castello venne edificato per volere di Ittocorre di Gallura, fratello del giudice Barisone II di Torres, con l’obiettivo strategico di proteggere i confini meridionali del regno dalle mire espansionistiche del Giudicato di Arborea. La scelta della posizione non fu casuale: la collina offriva un punto di osservazione privilegiato e rendeva la fortezza praticamente inespugnabile.
La storia del castello subì una svolta significativa nel XIII secolo quando, con la dissoluzione del Giudicato di Torres, la struttura e i territori circostanti furono annessi al Giudicato d’Arborea sotto il regno di Mariano II. Durante questo periodo, il castello divenne uno dei principali baluardi della resistenza arborense contro le forze aragonesi. Tuttavia, con il passaggio della Sardegna sotto il dominio aragonese nel 1410, la fortezza perse gradualmente la sua importanza strategica e iniziò una nuova fase della sua storia come parte del feudo di Cuglieri.
La Drammatica Storia di Francesca Zatrillas
Tra le vicende più celebri legate al castello spicca quella di donna Francesca Zatrillas, una storia che mescola intrighi politici, passioni e tradimenti. Francesca, giovane moglie del marchese di Laconi Agostino di Castelvì, si rifugiò nel castello nel 1668 per sfuggire a gravi accuse: si sospettava infatti che fosse coinvolta nell’assassinio del marito e nella congiura contro il viceré Camarassa, in complicità con il suo presunto amante Silvestro Aimerich.
La vicenda raggiunse il suo drammatico culmine quando Francesca, informata dell’arrivo di un commissario con mille cavalieri inviati per arrestarla, organizzò una fuga rocambolesca nel cuore della notte. Trovò inizialmente rifugio nella chiesa campestre di San Lorenzo, per poi raggiungere la cala di Foghe, da dove si imbarcò alla volta di Livorno, lasciando per sempre la sua terra natia. Dopo questi eventi, il feudo fu recuperato dalla Corona aragonese e il castello, dal 1670, venne definitivamente abbandonato.
Architettura e Struttura
Nonostante lo stato di rovina, il Casteddu Ezzu conserva ancora elementi che testimoniano la sua originaria imponenza. La struttura presentava una pianta allungata ed era realizzata con una sapiente combinazione di materiali locali: massi squadrati di basalto, calcare e mattoni, questi ultimi utilizzati principalmente negli spazi al livello inferiore e nelle cisterne.
I resti visibili oggi includono parti delle torri, alcuni paramenti murari e vani sotterranei che probabilmente fungevano da cisterne per l’approvvigionamento idrico. All’interno delle mura si trovavano numerosi ambienti di cui oggi rimangono solo le fondamenta, la cui funzione originaria rimane oggetto di studio e speculazione da parte degli archeologi.
Leggende e Misteri
Come molti castelli medievali, anche il Casteddu Ezzu è avvolto da un’aura di mistero e leggende. La più nota riguarda gli ultimi abitanti del castello: secondo la tradizione popolare, durante un violento assalto che sterminò la famiglia dell’ultimo proprietario, solo il figlio più piccolo e la sua balia riuscirono a salvarsi, nascondendosi nei sotterranei. Tuttavia, il loro rifugio si trasformò in una trappola mortale, poiché rimasero fatalmente intrappolati nelle profondità del castello.
La leggenda narra che nelle notti di luna piena sia ancora possibile udire l’eco delle ninne nanne che la balia cantava al bambino per consolarlo. Questi racconti, tramandati di generazione in generazione, contribuiscono a mantenere viva la memoria del castello e ad alimentare il suo fascino misterioso.
Il Castello Oggi
Attualmente, il Casteddu Ezzu rappresenta non solo una importante testimonianza storica, ma anche un punto panoramico privilegiato da cui ammirare il territorio circostante. Dalla sua posizione elevata, lo sguardo può spaziare sul massiccio del Montiferru, con le sue montagne, gli altipiani e le valli, fino a raggiungere la costa.
Il sito è liberamente visitabile e si inserisce in un contesto territoriale ricco di attrazioni storiche e naturalistiche. Procedendo verso sud, è possibile visitare i resti dell’antica città di Cornus, importante centro episcopale in età paleocristiana. Sulla costa, le borgate marine di Santa Caterina di Pittinuri, s’Archittu e Torre del Pozzo offrono scenari naturali di straordinaria bellezza.
La preservazione di questi ruderi rappresenta una sfida importante per la comunità locale, impegnata a mantenere viva la memoria di un monumento che ha segnato profondamente la storia del territorio. Il castello, nonostante il suo stato di conservazione, continua a essere un simbolo potente del passato medievale della Sardegna e un punto di riferimento culturale per l’intera regione.
Dove mangiare nella zona
La zona del Montiferru offre un’esperienza gastronomica unica, che riflette la ricca tradizione culinaria di questa regione della Sardegna. A Cuglieri e nei dintorni del Casteddu Ezzu, si trovano diversi agriturismi che propongono piatti della cucina tradizionale, preparati con ingredienti locali di alta qualità. La zona è particolarmente rinomata per la sua carne bovina, con il pregiato “Bue Rosso del Montiferru”, preparata secondo ricette tramandate di generazione in generazione. Non mancano specialità come la “Cordula” (interiora di agnello intrecciate), i malloreddus alla campidanese e le zuppe tradizionali.
Il territorio è anche noto per la produzione di olio extravergine d’oliva di alta qualità, che caratterizza molti piatti locali. Nelle trattorie familiari del centro storico di Cuglieri è possibile gustare i sapori autentici della cucina del Montiferru, spesso accompagnati da vini locali. Durante la stagione autunnale, molti ristoranti propongono menu speciali basati su funghi e castagne raccolti nelle montagne circostanti, mentre in primavera si possono assaggiare le erbe spontanee tipiche della macchia mediterranea.
Dove dormire nella zona
L’area intorno al Casteddu Ezzu offre diverse soluzioni di alloggio che permettono di immergersi completamente nell’atmosfera del Montiferru. Gli agriturismi della zona rappresentano un’opzione particolarmente interessante, offrendo sistemazioni in antiche case padronali restaurate o in tipici stazzi, immersi nella campagna e circondati da oliveti secolari. Queste strutture spesso combinano il pernottamento con esperienze autentiche come la degustazione di prodotti locali o la partecipazione ad attività agricole tradizionali.
Nel centro storico di Cuglieri si trovano bed & breakfast ricavati da antichi palazzi nobiliari, che offrono un’ospitalità calorosa e la possibilità di vivere l’atmosfera autentica del borgo. Per chi preferisce una sistemazione più indipendente, sono disponibili case vacanza sia nel centro storico che nelle campagne circostanti. La vicinanza al mare permette anche di trovare alloggi nelle borgate marine di Santa Caterina di Pittinuri e s’Archittu, ideali per chi desidera combinare la visita al castello con un soggiorno balneare.
Domande e Risposte
Ecco, in conclusione, una serie di domande e risposte per soddisfare qualche ultima curiosità sul Casteddu Ezzu.
Perché il castello si chiama “Casteddu Ezzu”?
“Casteddu Ezzu” significa “castello vecchio” in sardo. Il nome riflette l’antichità della struttura e il suo stato di rudere.
Quando fu costruito esattamente il castello?
Il castello fu costruito nel 1186 per volere di Ittocorre di Gallura, fratello del giudice Barisone II di Torres.
Quali materiali furono utilizzati per la costruzione?
Il castello fu realizzato con massi squadrati di basalto e calcare locale, mentre i mattoni furono utilizzati principalmente negli spazi al livello inferiore e nelle cisterne.
Chi era Francesca Zatrillas?
Era la contessa di Cuglieri e moglie del marchese di Laconi, che si rifugiò nel castello nel 1668 per sfuggire alle accuse di complicità nell’assassinio del marito e nella congiura contro il viceré.
Come finì la storia di Francesca Zatrillas?
Riuscì a fuggire attraverso la chiesa di San Lorenzo, raggiungendo la cala di Foghe da dove si imbarcò per Livorno, non facendo più ritorno in Sardegna.
Qual è la leggenda più famosa legata al castello?
La leggenda narra dei fantasmi di una balia e di un bambino, ultimi superstiti di un assalto al castello, che rimasero intrappolati nei sotterranei.
Cosa si può vedere oggi del castello?
Sono visibili i resti delle torri, alcuni paramenti murari e vani sotterranei che probabilmente fungevano da cisterne.
Quale vista si gode dal castello?
Dalla collina si gode un panorama a 360 gradi sul Montiferru, con vista sulle montagne, gli altipiani, le valli e la costa.